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Sei ciò che fai

Di Paola Cannizzaro


In Italia il numero di abbandoni e cessioni di proprietà raggiunge cifre impressionanti in questo periodo. Ma cosa succede prima? E perché?


È doverosa una premessa; uomo e cane hanno subito un processo di coevoluzione, ovvero l'uno ha influenzato l'evoluzione e la sopravvivenza dell'altro. Grazie alle attitudini , alla spiccata collaborazione e alla complessa socialità dei cani le nostre chanche di sopravvivenza sono aumentate in maniera esponenziale nell'arco di un tempo breve; un fattore rilevante è stata la quantità e la qualità del sonno grazie alla motivazione protettiva e territoriale dei cani, questo ha permesso alla specie uomo di poter strutturare connessioni neurali più complesse, in poche parole siamo diventati più intelligenti e la nostra aspettativa di vita è aumentata. Scommetto che non lo sapevate!!


Eppure, nonostante questa incredibile attitudine dei cani di pensare e agire in funzione del gruppo, vengono isolati socialmente, usati come sistemi di videosorveglianza, arredo da giardino, chiusi nei serragli, tenuti alla catena e, come se non fosse già abbastanza svilente, alla prima partenza, all'arrivo di un bebè o alla prima ridicola incombenza, è proprio il cane il primo a dover sloggiare. Nel corso degli anni ho sentito le scuse più disparate ma, la più frequente, desolante e frustrante è:" il cane è una palla al piede, non posso più fare nulla perché sono vincolato".... È come dire che un figlio, un compagno un genitore anziano sia un vincolo e non un arricchimento per la nostra vita. Il recupero di cani abbandonati sale vertiginosamente in questo periodo, i rifugi e i canili scoppiano letteralmente, spesso i cani arrivano dopo settimane di stenti, devastati dalle infezioni o addirittura investiti dalle auto in corsa e, signori miei, i canili, specialmente al sud Italia sono saturi e versano in condizioni a dir poco precarie, sprovviste di personale qualificato che si occupi del recupero comportamentale e del reinserimento di questi cani.


Non fatevi ingannare dagli spazi verdi o dalle aiuole curate all'ingresso perché non è lì che vivono, o meglio sopravvivono i cani. Per legge un box di 12 mq è uno spazio vivibile per un cane, sappiate che in momenti di esubero questi box possono anche contenerne 3 , con tutti i rischi del caso. Ora immaginate di trascorrere i prossimi 2, 5 ,10 anni in 12 mq di cemento ghiacciato d'inverno e bollente in estate, immaginate di non poter fare una passeggiata, immaginate i rumori e gli odori...immaginate il senso di frustrazione e compressione emotiva e motivazionale....ecco, questo è il canile per i cani, un posto contronatura.

Ma la cosa peggiore è che spesso i cani dei canili cadono letteralmente nell'oblio ...non esistono più, sono già morti pur essendo ancora vivi... perché? Perché la scelta di vivere con un compagno a quattro zampe spesso viene dettata da parametri estetici, dall'età, razza e dimensione...adesso facendo due conti facili, quanti cani potrebbero lasciare il box di un canile se le nostre scelte pendessero dalla parte del rispetto, della conoscenza e dall'accettazione? Senza cadere nell'antropocentrismo i cani sono i nostri figli, amici, compagni di vita e mollarli per 10 giorni al mare è uno dei gesti più viscidi e indegni che un essere umano possa fare.


Andate nei canili...non c'è solo rassegnazione e frustrazione, c'è molto, moltissimo da imparare, i cani sono maestri di adattabilità e resilienza e i cani dei canili sono degli eroi che vi state perdendo. Lo so, non è esattamente una lettura da spiaggia questa e chiedo venia a chi arriverà alla fine di queste parole, ma io sono di parte perché il canile e i cani che ho avuto il privilegio di incontrare mi hanno insegnato che nulla è perduto e che per quanto sia dura una ventata di aria fresca sulla faccia, una passeggiata o una carezza può salvarci la vita.


Consigli per la lettura


Piacere di Conoscerti

di Elena Garoni

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